Se quattro è il numero delle lettere che formano la parola “Bach”, cinque è il numero delle lettere che formano la parola “bieta”. Cosa c’entra? Niente, ma non importa.
Per il nostro quinto tour – il terzo autunnale – siamo rimasti tra Dorsoduro e Santa Croce. Abbiamo confermato i locali storici – Adriatico Mar, Latteria 2465, Hostaria Vecio Biavarol, Boresso – e aggiunto una nuova tappa ai nostri percorsi: l’Osteria da Filo (la ex Poppa, vicino a s. Giacomo).
Questa volta niente strumenti troppo ingombranti, tranne forse un liuto. Ma niente di grave.
Cronache dal quinto BACHaro
Il BACHaro Tour è come un cruciverba: divertente, ma da cui puoi imparare qualcosa.
La musica di Bach, inoltre, è talvolta enigmatica; anzi: enigmistica! Ecco perché abbiamo scelto – per la locandina – di omaggiare uno dei fondamenti della nostra cultura.
Come al solito, abbiamo voluto stare in bilico tra tradizione e sperimentazione, per vedere un po’ cosa succede.
Assieme a Jadran Duncumb e al suo liuto abbiamo sudato sette camicie, nel caldo dei piccoli locali; ma uno spazio stretto dà anche maggiore intimità, e va bene così. Jadran non è un personaggio del Macbeth, ma un liutista coi controfiocchi che ci ha fatto emozionare con la Suite in sol minore e la forse spuria Partita in mi maggiore (la 1006a, sorella meno celebre della Partita per violino).
Abbiamo azzardato un po’ di più durante la seconda serata, nella quale abbiamo accostato due cugini che si parlano poco: il violoncello e la viola da gamba. Assieme al nostro Federico c’era Cristiano Contadin, gambista d’eccezione. Come fa la suite per violoncello in do minore? E se la suonassimo con uno strumento simile ma diverso? Magari con due strumenti nella stessa sera?
Ecco dunque che abbiamo ascoltato la BWV 1011 prima suonata dal cello, poi dalla viola da gamba, e infine da entrambi gli strumenti nell’ultima tappa. E il risultato non è stato niente male.
Durante la terza serata abbiamo ulteriormente ridotto l’ingombro: suonare Bach con un traversiere dimostra in qualche modo che le dimensioni non contano. Giulia Barbini è stata la protagonista di una serata atipica: il silenzio che accompagna le esibizioni di flauto è quasi sconcertante. Questo suono flebile e dolce (ma non il flauto non era dolce, attenzione) attira gli ascoltatori come i topi sono attratti dal suon del pifferaio di Hamelin. Curioso è stato invece l’accompagnamento di compressore e martello pneumatico che ha caratterizzato la tappa alla Latteria, dove per grazia comunale abbiamo trovato un bel cantiere a cielo aperto. Ma a noi non ci spaventa niente.
Non potevamo chiudere, infine, che con la maestria di Alessandro al violino. Tra le varie partite e sonate, mancava da fare la 1003. E allora gliel’abbiamo fatta fare. Una chiusura in bellezza, davanti al pubblico più numeroso di questa edizione. Sipario. Applausi.
Il calendario del BACHaro Tour 5
13 settembre
Suite per liuto solo in sol minore BWV 995 e Partita in mi maggiore
BWV 1006a
Jadran Duncumb
liuto
Ore 19:00 Boresso
Ore 20:00 Osteria da Filo
Ore 21:00 Basegò Venezia
27 settembre
Suite per violoncello solo in do minore BWV 1011
Federico Toffano
violoncello
Cristiano Contadin
viola da gamba
Ore 19:00 Basegò
Ore 20:00 Boresso.
Ore 21:00 Osteria da Filo
4 ottobre
Partita per flauto solo in la minore BWV 1013 e Sonata per flauto Solo in la minore H 562 (di C.P.E. Bach)
Giulia Barbini
traversiere
Ore 19:00 Adriatico Mar
Ore 20:00 Latteria2465
Ore 21:00 Hostaria VECIO Biavarol
11 ottobre
Sonata per violino solo in la minore BWV 1003
Alessandro Cappelletto
violino
Ore 19:00 Adriatico Mar
Ore 20:00 Vecio Biavarol
Ore 21:00 Latteria 2465